ILSOLE24ORE.COM > Notizie Cultura e Tempo libero ARCHIVIO

Il clandestino di Betlemme

di Gianfranco Ravasi

Pagina: 1 2 di 2
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
21 Dicembre 2008

«... PAGINA PRECEDENTE
Detto questo, dovremmo far scendere il sipario sulla vicenda di questo piccolo profugo e della sua famiglia. Ma fin dalle origini la tentazione di rifugiarsi nei cieli dorati del mito, staccandosi dal realismo storico dell'Incarnazione cristiana, era in agguato. Ed ecco sbocciare una fantasmagoria di prodigi che circondano di un alone glorioso quello che in realtà era l'amaro e faticoso sopravvivere di tre clandestini. Pagine e pagine di tanti Vangeli apocrifi, frutto di una costante necessità di decollare dal presente aspro verso le illusioni di facili salvezze, hanno intessuto narrazioni mirabolanti che si sono infiltrate addirittura tra le sure del Corano. Con questi racconti potremmo persino disegnare una sorta di mappa di quella migrazione clandestina: i genitori di Gesù, scartando la cosiddetta "via del mare" che costeggiava il Mediterraneo e superava Gaza – via più breve ma pericolosa a causa di posti di blocco della polizia erodiana prima ed egiziana poi – puntano verso oriente, varcando il Giordano e procedendo dall'attuale Giordania, lungo un complesso itinerario.

Ancor più minuziosa è la sequenza delle tappe in territorio egiziano: c'è anche l'odierno Cairo (che, tra l'altro, è sede ancor oggi di splendide chiese dei cristiani copti, indigeni dell'Egitto, come dice il loro stesso nome, deformazione del greco Aigyptos), c'è Ermopoli, c'è Assiut e così via. Noi ci accontentiamo ora di offrire solo due esempi di questa narrativa apocrifa in cui l'enfasi del miracolo cancella ogni realismo della storia. Ecco qualche frammento del lungo racconto dei cc. 18-20 del cosiddetto Vangelo dello Pseudo-Matteo (noto già nel IV-V secolo): «Giunsero davanti a una grotta per riposarsi, ma da essa improvvisamente uscirono molti draghi. Gesù allora scese dal grembo di sua madre e stette diritto sui suoi piedi davanti ai draghi: essi si misero ad adorare Gesù e poi se ne andarono via da loro... Così pure i leoni e i leopardi lo adoravano e si accompagnavano a loro nel deserto: ovunque andavano Giuseppe e Maria, essi li precedevano, mostrando la strada e chinando la testa; prestavano servizio facendo le feste con la coda e lo adoravano con grande riverenza... Nel terzo giorno del viaggio, Maria, stanca per il troppo calore del sole e del deserto, vedendo un albero di palma disse a Giuseppe: Mi riposerò all'ombra di questo albero. Maria guardò la chioma della palma e la vide piena di frutti e disse a Giuseppe: Desidererei prendere i frutti di questa palma. E Giuseppe: Mi meraviglio che tu dica questo vedendo quanto è alta la palma. Io penso piuttosto alla mancanza d'acqua... Allora il bambino Gesù che sereno riposava nel grembo della madre disse alla palma: Albero, piega i tuoi rami e ristora col tuo frutto mia mamma. A queste parole la palma piegò subito la chioma sino ai piedi della beata Maria e rimase inclinata attendendo l'ordine di rialzarsi da parte di Gesù. Costui le disse: Apri con le tue radici la vena d'acqua che è nascosta nella terra. E subito dalla radice cominciò a scaturire una fonte d'acqua limpidissima, fresca e chiara».

L'altro esempio lo riassumiamo noi dal c. 23 del cosiddetto Vangelo arabo dell'infanzia che ad al-Moharraq, presso l'attuale Assiut (350 km a sud del Cairo), riserva la più sorprendente avventura egiziana di Gesù bambino. Nella notte, alla ricerca di un rifugio, Giuseppe e Maria sono assaliti in questa regione infestata da briganti: gli assalitori sono due banditi, Tito e Dumaco. Tito si commuove subito di fronte a questa povera famiglia, colpito dalla tenerezza della madre e dallo splendore del bimbo. Per poterli salvare dalla rapacità del socio è pronto a offrire 40 dracme dei suoi "risparmi" a Dumaco perchè lasci indenne la famigliola. Come è facile immaginare, i due saranno i compagni di Gesù nella crocifissione, condannati con lui a morte a Gerusalemme dopo varie vicende, e Tito altri non sarà che il buon ladrone a cui Cristo spalanca il Paradiso.
Siamo, comunque, ben lontani dalla sobrietà dello scarno dettato del Vangelo canonico di Matteo e dalla realtà dei profughi di allora e di oggi. Il cristianesimo ha voluto presentare la vita del suo fondatore, certo, anche nella grandezza del suo mistero, ma celato sotto le spoglie della sofferenza e i cenci della miseria, dalle origini sino al tragico approdo al colle del Golgota nella crocifissione. Il Cristo reale è fratello degli ultimi della terra ed è per questo che aveva ragione Bertolt Brecht (sì, proprio l'ateo drammaturgo tedesco) quando nelle sue Poesie 1918-1933 scriveva i versi del suo "Natale dei poveri": «Oggi siamo seduti, alla vigilia / di Natale noi, gente misera, / in una gelida stanzetta, / il vento corre di fuori, / il vento entra. / Vieni, buon Signore Gesù, da noi, / volgi lo sguardo: / perché Tu ci sei davvero necessario».

Pagina: 1 2 di 2
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
7 maggio 2010
 
Aguilera ambasciatrice contro la fame
La consegna dei David di Donatello
Man Ray a Fotografia Europea
Elegante e brutale. Jean-Michel Basquiat alla Fondation Beyeler di Basilea
"World Press Photo 2010". Fotografie di autori vari
 
 
404 Not Found

Not Found

The requested URL was not found on this server.


Apache/2.4.62 (Rocky Linux) Server at piuletti.online.gruppo24.net Port 80

Trovo Cinema

Scegli la provincia
Scegli la città
Scegli il film
Tutti i film
Scegli il cinema
Tutti i cinema
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-